Impara le regole come un professionista, in modo da poterle rompere come un artista. (Pablo Picasso)
Questo argomento è tanto delicato quanto strategico: è infatti una attitudine che tipicamente si sviluppa man mano che si cresce e diventa sempre più utile ed essenziale col progredire nella propria carriera. Valutare le regole significa essere sensibili a queste: non solo osservarle ma essere sensibili a quali regole possano essere derogate e quali no, oppure in che parte o misura questo sia accettabile o ragionevole, a seconda delle circostanze, evitandone una rigida, ostinata e spesso cieca applicazione.
Implica la capacità di bilanciare il rispetto dei principi con l’apertura mentale, l’obbligo di conformarsi a metodi e direttive con quello di tenere nella giusta considerazione l’eventuale eccezionalità di congiunture. È importante ribadire che questa attitudine viene diversamente valutata a seconda degli stadi di carriera: inizialmente è connotata negativamente e tipicamente viene attribuita a spregiudicati arrampicatori sociali, quindi deve essere padroneggiata con estrema delicatezza; ad alto livello viene invece interpretata come segno di buonsenso, equilibrio e saggezza, pur nelle sue applicazioni grossolane.
Qualche consiglio
Tutto ciò non significa che la tua carriera debba essere ispirata al Principe di Machiavelli né che tu possa rimettere in discussione qualsiasi precetto: le regole devono essere rispettate così come il principio dell’autorità. Quello su cui ti suggerisco di riflettere è, però, il compromesso che devi risolvere nel seguire una prescrizione e, soprattutto i relativi margini di applicazione e flessibilità.
Intanto parti dal considerare che una regola esiste per un motivo, che ti deve essere chiaro, e di cui devi necessariamente condividere i principi. Contrastare i principi sociali è, infatti, per definizione inaccettabile se vuoi vivere e lavorare in un consorzio umano. Le regole traducono i principi in indicazioni operative e, per questo, possono esistere casi in cui debbano essere rivalutate criticamente.
I principi infatti travalicano l’importanza delle regole: tralasciando i valori essenziali dell’essere umano (libertà, equità, ecc.) nel puro ambito professionale i tuoi principi ispiratori dovranno sempre essere la correttezza e la buona fede. Seguendo questi due principi non si sbaglia mai perché, da questi, origina il concetto di ragionevolezza.
Quindi, quando ti troverai davanti ad una regola che ti spinge ad una condotta irragionevole, rifletti se la prescrizione ti possa allontanare dal mantenere un comportamento corretto ed in buona fede; richiamati a questi due principi e cerca di capire in che termini esista un margine di manovra. Molte volte c’è il modo di trovare un compromesso, non aggirando la regola, ma trovando il motivo di applicarla in una sua interpretazione più generale oppure parziale.
Alcune volte è anche possibile agire sulle regole, spingendo per cambiarle, se risultano sempre inadeguate. In questo ultimo caso, l’importante è non adottare un atteggiamento di puro contrasto ideologico ed, invece, dimostrare chiaramente che la regola induce un comportamento scorretto; è difficile contestare la ragionevolezza.
L’intervista doppia
In questa intervista doppia Luxandra Rossi e Pierluigi Turriziani non si trovano molto d’accordo (!) nel giudicare se la flessibilità alle regole sia qualcosa di necessario o meno nella vita lavorativa di un professionista.
Il parere dell’Accademia
“Il verbo del titolo di questo principio, ‘valuta’, potrebbe far entrare in crisi qualsiasi esecutore di compiti, ma non certo un gestore: le regole del ‘gioco’ sono spesso non definite, soprattutto in contesti complessi o emergenziali ed in questi casi si nota ancora di più l’importanza delle regole basilari. La precedente affermazione potrebbe sembrare un ossimoro ma, ad un’attenta lettura, l’aggiunta dell’aggettivo ‘basilare’ dovrebbe aiutare a rendere il concetto più chiaro. E’ importante che nei contesti manageriali, spesso caratterizzati da complessità e aleatorietà e dove le regole operative sono poche, ci si affidi a regole e principi di natura etica, che dovrebbero sempre guidare il comportamento di ciascuno di noi. Pertanto, è opportuno valutare le possibili decisioni che si potrebbero assumere alla luce dei principi fondanti dell’essere umano, come il rispetto, l’uguaglianza, l’equità, ecc. Pertanto, è importante ricordare che tutti possono decidere di fare ciò che si vuole – anzi un manager è pagato per farlo – ma sempre nel rispetto dei principi fondamentali che caratterizzano più l’Uomo che il manager.” – Prof. Marcello Fera, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Le Dimensioni della Professionalità: qui l’introduzione e qui l’elenco completo.