Gli sciocchi agiscono distrattamente. Il saggio invece custodisce l’attenzione come il suo tesoro più prezioso. (Buddha)
Sembrerà banale, ma porre la massima attenzione quando si svolge il proprio lavoro è un dovere fondamentale; e proprio forse perché sembra banale, è spesso dato erroneamente per scontato.
Con scrupolosità intendo la vocazione a svolgere un compito non solo con la massima attenzione ma anche con precisione, accuratezza e diligenza: è quell’attitudine che ci spinge a concentrarci su un dato compito; rileggere un messaggio prima di inviarlo; accertare una informazione prima di riportarla; effettuare una prova matematica prima di dichiarare un risultato numerico; esaminare nuovamente, per l’ennesima volta, un documento prima della consegna.
Questa inclinazione alla verifica continua e ripetuta di tutto ciò che facciamo o diciamo non deve essere scambiata per insicurezza: nasce dal desiderio di essere inappuntabili e da una forte capacità autocritica. La scrupolosità origina infatti da una severa autocritica sulla nostra competenza e preparazione.
Qualche consiglio
Quando decidi di affrontare un compito, per prima cosa assicurati di poterci dedicare il giusto tempo: il sovraccarico lavorativo o, in generale, la fretta ci spinge spesso a compiere un dovere con l’ottica di completarlo il più rapidamente possibile, per raggiungere quella soddisfazione derivante dall’averlo eliminato dalla lista delle cose da fare. Svolgere qualcosa in velocità comporta però inevitabilmente il rischio di errore; se non hai a disposizione il tempo appropriato, decidi fin dall’inizio di svolgerne solo una parte oppure – se puoi – posponila per il momento giusto.
Poi, nell’affrontarla, garantisci di trovarti nelle giuste condizioni di lavoro: un ambiente ricco di distrazioni comporterà per lo meno un enorme allungamento dei tempi; quindi, poni sempre la massima attenzione in ciò che fai, in primo luogo perché riduci la possibilità di errore, ed un errore potrebbe avere conseguenze imprevedibili. Inoltre, nella fortunata circostanza in cui l’errore fosse intercettato prima di emergere, il doverlo correggere ti comporterà un grande dispendio di tempo.
Infine, evita di frammentare la tua concentrazione dando spazio a tutte le sollecitazioni che potranno presentarsi: se stai scrivendo un testo ed arriva un messaggio, verifica se ciò richiede una risposta urgente: se no, lascialo da parte fino a quando non avrai completato quello che ti eri proposto di fare. Molte persone amano lavorare la sera tardi o la mattina presto perché sono i momenti in cui si verificano meno distrazioni: si ricevono poche o nessuna email o telefonata e, tendenzialmente, l’ambiente è tranquillo. Quindi concentrati – isolati, se possibile – e brucia tutti gli zuccheri nel tuo cervello su quell’attività nel tempo che hai previsto di dedicarci.
Adotta il motto “right first time”, che in realtà non nasce come un detto bensì come un indicatore di qualità in ambito industriale; ma possiamo tranquillamente appropriarcene. Devi essere orgoglioso del lavoro che svolgi e voler essere fiero di averlo compiuto al meglio, in modo impeccabile.
Se non percepisci una fitta all’orgoglio quando qualcuno ti fa notare un pur piccolo errore nel compito eseguito, allora non puoi dire di essere un vero professionista.
L’intervista doppia
In questa intervista doppia Luxandra Rossi e Carlo Figà Talamanca ci raccontano perché loro definiscono la scrupolosità come la caratteristica che distingue i professionisti dai mediocri.
Il parere dell’Accademia
“Fare le cose in modo scrupoloso è necessario innanzitutto per sé stessi. Dedicare il giusto tempo ad affrontare un problema, analizzare le fonti, studiare la bibliografia, consentono di poter affermare con ragionevole serenità che ciò che si è prodotto è stato fatto bene. E questo permette di vivere serenamente, sapendo di aver dato un valido contributo a risolvere i problemi di qualcuno. Si accresce così l’autostima, la soddisfazione e l’interiore certezza di aver impiegato bene il proprio tempo.” – Prof. Filippo De Carlo, Università degli Studi di Firenze
Le Dimensioni della Professionalità: qui l’introduzione e qui l’elenco completo.