La fantasia è come la marmellata, bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane. (Italo Calvino)
Essere pragmatici, dal punto di vista lavorativo, significa fornire risposte concrete o concepire idee realizzabili. È inevitabile, davanti ad una sfida, concedere alla mente la libertà di lasciarsi andare alla concezione di soluzioni teoriche o immaginarie; come si vedrà anche nella sezione sulla creatività, ciò è importante perché fornisce un parametro di idealità con cui confrontare gli approcci pratici che dovranno poi essere finalizzati. Ma la capacità di identificare i vincoli e gli ostacoli per ciascun aspetto di una idea, per assicurarsi che questa possa poi essere effettivamente attuata, è anche più importante.
L’attitudine al pragmatismo è propria di chi ha contezza della situazione, di chi si scontra con la realtà dei fatti ed intuisce quali aspetti di una proposta rimarranno a livello onirico e quali potranno essere concretizzati, come e quando.
Qualche consiglio
I vantaggi derivanti dall’affrontare un problema partendo dall’idealizzazione di soluzioni teoriche per poi giungere ad un approccio pratico attraverso approssimazioni successive sono sintetizzati nella sezione dedicata alla creatività. Concentriamoci invece su una attitudine che, in modo preoccupante, rilevo essere spesso assente negli studenti delle ultime generazioni: mantenere i piedi per terra.
Soprattutto in ambito lavorativo, quando la tua opinione è diretta ad una audience che molto probabilmente potrà influenzare la tua carriera, esprimiti solo dopo aver analizzato criticamente se ciò che stai per proporre sia qualcosa di effettivamente realizzabile o no. Dar libero sfogo alla prima idea che ti passa per l’anticamera della testa, solo perché sembra affascinante, rivoluzionaria o ambiziosa, non è una buona idea, a meno che – come detto altrove – tu non sia espressamente chiamato ad una sessione di brainstorming.
Realizzabile significa compatibile con un budget ragionevole; con tempi di attuazione ragionevoli; con una ragionevole disponibilità di risorse e, soprattutto, con una ragionevole e solida giustificazione. Per motivare la tua scelta, non basterà affermare che “secondo la tua opinione è una buona idea”, neanche se la esprimi sforzandoti di simulare il ruolo del “cliente finale”. Ricorda l’evoluzione del mercato o del contesto organizzativo che sta invocando la decisione su cui sei chiamato ad esprimerti; se non conosci la storia della situazione, informati e documentati: peggio di formulare una soluzione inattuabile è solo formulare una proposta già scartata.
Fonda la tua proposta su basi quantitative: se non conosci l’ordine di grandezza di una data misura, non la richiamare: non puoi correre il rischio che qualcuno ti interrompa chiedendoti “ma lo sai quanto costa?” e rimanere senza risposta. Un consiglio importante è: per essere pragmatico devi prima documentarti, quindi fallo con molta attenzione.
L’intervista doppia
In questa intervista doppia Massimiliana Sensi e Carlo Figà Talamanca ci parlano di come questa attitudine differenzi un sognatore da un professionista.
Il parere dell’Accademia
“Sorridi, rifletti, discuti, entusiasmati, polemizza (se lo riterrai giusto!) … ma poi, agisci! e ricordati che quel che decidi fa la differenza; forse per pochi o alcuni, magari per tanti, sicuramente per te! Non puoi aspettare che la situazione migliori né che abbia tutte le condizioni favorevoli: devi, come in una partita a briscola in famiglia, agire! Devi perdere il tuo diaccio, insostenibile, e acquisire le basilari regole, ottenere le significative variabili, per riscuotere, con biasimo o laude, la ‘pragmata’ delle tue decisioni, ricordandoti che la necessità condiziona gli stolti mentre i saggi sono istruiti dalla ragione!” – Prof. Fabio Fruggiero, Università della Basilicata
Le Dimensioni della Professionalità: qui l’introduzione e qui l’elenco completo.