La costanza è il complemento indispensabile di tutte le altre virtù umane. (Giuseppe Mazzini)
Con l’attitudine ad essere costanti nelle attività lavorative intendo l’inclinazione a seguirle con assiduità, mantenendo sempre lo stesso, appropriato, livello di concentrazione. Purtroppo, i veloci ritmi lavorativi ci spingono sempre a seguire le attività in modo discontinuo, frammentato. Anche quando queste siano sovrapposte, è comunque fondamentale mantenere sempre il governo della situazione, informandosi interrottamente, interpellando costantemente le persone chiave, evitando di lasciare punti aperti, assicurandosi che le attività procedano senza intoppi e, soprattutto, non trovandosi mai a chiedersi a che punto siamo arrivati o chi doveva fare cosa.
Questa attitudine richiede disciplina ed ovviamente la capacità di prestare attenzione ma, in aggiunta, anche la capacità di gestire il “multitasking” proprio perché, in un contesto lavorativo moderno, non si può più pretendere di voler seguire le attività accodandole una dietro l’altra ed affrontando quella nuova solo una volta aver terminato quella precedente.
Qualche consiglio
Il fatto che i compiti si accavallino dovrebbe già esserti diventato evidente durante gli studi ma non sorprenderti se ti anticipo che nella vita lavorativa questo effetto di sovrapposizione sarà enormemente maggiore. La necessità di dover portare avanti attività concorrenti è una grandissima fonte di stress, quindi è bene abituarsi subito ad un corretto approccio.
Purtroppo, il nostro cervello non ci consente di raggiungere un vero e proprio “multitasking” perché riusciamo a prestare attenzione ad una cosa per volta, quindi non pretendere di avere sempre tutto controllo perché confidi sulla tua memoria e lucidità. Piuttosto adotta un approccio metodico: scegli una tua “estensione mentale” (che sia un blocco appunti, le note sullo smartphone, una lista di to-do, una tua originale regola di gestione delle email o del calendario) e annota le attività che stai seguendo nonché i prossimi passi; sii organizzato quando partecipi ad una riunione: puoi usare sempre un unico taccuino ed indicare in testa al foglio data, luogo, partecipanti ed oggetto della riunione, in modo da tenerne traccia anche se non ti è richiesto di redigere un resoconto di riunione.
Essere assidui e costanti significa conoscere lo stato di avanzamento del lavoro, sia tuo sia delle persone che collaborano con te e dalle cui consegne dipende anche il tuo programma di impegno. Non stabilire di dover fare qualcosa senza darti una scadenza e non accontentarti quando qualcuno ti assicura che svolgerà il suo compito senza indicarti il termine; anche se non ci sono urgenze, con la massima cortesia concorda sempre una tempistica perché questo ti permetterà di fissare, sulla tua agenda, un momento di controllo.
Man mano che le responsabilità cresceranno, star dietro a tutte le attività diventerà sempre più complicato, ci sarà il rischio che qualcuno ti sfugga al controllo e rischierai che riaffiori, ormai in ritardo, a disturbarti il riposo notturno.
L’intervista doppia
In questa intervista doppia Annamaria Pierro e Stefano Uffreduzzi commentano questa imprescindibile qualità del professionista: l’attitudine ad essere costante nel perseguimento dei propri obiettivi.
Il parere dell’Accademia
“Non mutare, nonostante tutto, è l’eleganza che contraddistingue una grandezza universale. Del resto, la melodia e l’armonia mutano, l’arrangiamento si adegua, ma il ritmo rimane costante. Quel che persevera, senza fretta (ma senza sosta) con poche (ma fisse) conoscenze, riesce a raccogliere le informazioni e i dati per stabilizzare l’incertezza e ottenere (non senza sforzo… lo trasuda anche il pappice) il famigerato lasciapassare A38. ‘Non vi, sed saepe cadendo‘” – Prof. Fabio Fruggiero, Università della Basilicata
Le Dimensioni della Professionalità: qui l’introduzione e qui l’elenco completo.