L’umanità si prende troppo sul serio. (Oscar Wilde)
L’ironia è un’arma formidabile: è difficile da padroneggiare tanto quanto è efficace per trarsi d’impaccio e risolvere situazioni anche molto critiche. Nella giusta dose, con i giusti modi e con il giusto tempismo, l’ironia consente di disinnescare situazioni di tensione potenzialmente esplosive, fermando sul nascere quelle pericolose escalation di attrito che spesso conducono a drammatiche rotture. Non è necessario pensare di doversi immedesimare in un cabarettista – peraltro, la misura è qua ancor più fondamentale – perché spesso basta veramente poco per trasformare un momento nervoso in uno spunto per un sorriso.
L’autoironia, in particolare, è quasi sempre infallibile: burlarsi dei propri difetti elimina il distacco con l’interlocutore e dà dimostrazione di serenità ed assenza di irritazione. Se a pochissime persone piace confrontarsi con il superuomo o la superdonna, a nessuno piace avere a che fare con persone che pensano di esserlo: quindi l’evidenziare il fatto che si abbiano difetti e si commettano errori, come tutti, aiuta a porsi sullo stesso piano umano. Al contempo, per quanto possa apparire strano, dimostrare saper ridere di sé stessi proietta all’esterno una immagine di invulnerabilità.
Qualche consiglio
C’è chi potrebbe dire che saper usare l’ironia è un’arte e forse non sbaglia. Probabilmente si può sviluppare l’ironia osservandone e studiandone i grandi maestri, certamente anche al di fuori dell’ambito business, nelle improvvisazioni dei grandi attori, nei classici della letteratura e fino nelle sottili sceneggiature in alcune pietre miliari del teatro e della cinematografia. Ma oltre ad analizzarne le sue più memorabili rappresentazioni, per imparare ad usare sapientemente l’ironia nel quotidiano occorre anche sviluppare una grande sensibilità così come ad imparare a mettere da parte la propria suscettibilità.
Un grande aiuto per sviluppare una intelligente ironia è anche assistere agli episodi in cui viene – ahimè troppo spesso – usata a sproposito o in modo inopportuno: anche maggiormente rispetto alle fughe di eleganza a cui si è fatto cenno nel paragrafo dedicato alla misura, l’ironia mal dosata può ferire l’animo mortalmente e creare situazioni di rara antipatia: usare l’ironia per attaccare qualcuno, per sottolineare un errore, per stigmatizzare un comportamento è un grave sbaglio perché rischia di compromettere il rapporto con l’interlocutore, indipendentemente dal fatto che, sul momento, si possa essere convinti di aver fatto una brillante battuta di spirito.
Invece, usare l’ironia su sé stessi – l’autoironia, appunto – è assolutamente sano e si potrebbe forse dire che non ci sia il rischio di sovradosaggio: nessun interlocutore può sentirsi sminuito o ridicolizzato se l’ironia è rivolta verso di sé; al contrario, questo può disarmare con facilità il più feroce avversario, spesso anche con una eleganza tale da ribaltare una situazione svantaggiosa e chiudere chi vi attacca in uno scacco matto.
L’intervista doppia
Quest’ultimo video non contiene una intervista doppia: ho pensato che un modo simpatico di rappresentare in pratica il concetto di autoironia fosse quello di montare tutte le scene tagliate delle 28 interviste registrate, con i fuori-onda e le “papere” dei partecipanti ed, ovviamente, anche le mie! Chiaramente, ho preventivamente chiesto agli amici in video se non avessero nulla in contrario e, come era facile immaginare, conoscendo la statura delle persone in questione, sono stati tutti più che felici e divertiti dal video, dando appunto dimostrazione di autoironia.
Le Dimensioni della Professionalità conclude qui: 28 dimensioni più una, quest’ultima. A questo link trovate l’introduzione e qui l’elenco completo. A presto per il prossimo progetto!