O sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te. (Paulo Coelho)
Attitudine strettamente collegata con la capacità di coinvolgimento e con la misura, ma ben più complessa da gestire, una delle migliori definizioni operative del controllo emotivo è forse quella data da Rudyard Kipling all’inizio nella sua più famosa poesia: “se saprai mantenere la calma quando tutti attorno a te la stanno perdendo…”.
Il controllo emotivo non è però solo freddezza o imperturbabilità caratteriale; è, in generale, la facoltà di regolare le proprie manifestazioni: la capacità di non saltare alle conclusioni quando ancora un problema non è definito, o non tutte le informazioni sono disponibili; saper rimandare le gratificazioni al momento più opportuno; non rilassarsi davanti alla prospettiva di desiderabili scenari evolutivi quando nulla di concreto può garantirne la realizzazione.
Ciò non significa che chi possiede questa preziosa attitudine non sappia farsi trascinare dall’entusiasmo: è però molto importante capire quando e quanto farsi trascinare, considerato che il nostro comportamento ha un effetto su chi ci sta intorno e persone diverse reagiscono in modo diverso alle sollecitazioni emotive.
Qualche consiglio
Padroneggiare l’emotività non è facile. Puoi fare attenzione a tre aspetti: l’espressività, la sensibilità ed il controllo emotivo propriamente detto. L’ espressività è la facoltà di trasmettere il tuo stato emotivo agli altri; ciò è connesso con la tua capacità di stimolare e comunicare entusiasmo e, quindi, di orientare il comportamento degli altri. La sensibilità è la facoltà di raccogliere i messaggi che provengono dagli altri; questo è connesso alla tua capacità di interpretare gli stati d’animo altrui e, quindi, le situazioni che si creano nell’interazione con chi ti sta intorno. Il controllo emotivo è la facoltà di regolare le tue manifestazioni; ciò è connesso con la tua capacità di adottare l’atteggiamento più opportuno nelle diverse relazioni interpersonali.
Quando percepisci una alterazione emotiva, fermati per qualche istante e rifletti su ciascuno di questi tre aspetti, assicurandoti che ti stia comportando nel modo migliore, sia nel bene sia nel male. Anche il comunicare un esagerato entusiasmo, trascinando chi ti sta intorno, davanti ad una prospettiva non ancora concretizzata può creare una forte delusione nelle persone più sensibili, qualora l’esito non riflettesse il successo immaginato.
Certamente, nelle reazioni negative, il controllo emotivo è ancora più critico: in generale, i famigerati dieci secondi di pausa prima della reazione, invocati o rimpianti in migliaia di occasioni, rappresentano davvero un trucco importante per controllare l’emotività.
Ancor di più, c’è chi invece di dieci secondi ha bisogno di una nottata di riflessione: molte volte ti capiterà di ricevere un messaggio o leggere una notizia che ti scatenerà una forte reazione ed un irrefrenabile spinta a produrre una risposta impulsiva; in quel caso, fermati: se proprio non riesci ad esimerti dallo scrivere ciò che vuoi esprimere, prepara pure la risposta ma non inviarla; dormici sopra e, il giorno dopo, quando la rileggerai ti accorgerai che sarai naturalmente predisposto ad ammorbidire i toni, segno che avrai dominato la reazione impulsiva.
L’intervista doppia
In questa intervista doppia Massimiliana Sensi e Luxandra Rossi ci parlano del perché il controllo emotivo sia un requisito fondamentale per un professionista in qualsiasi ambito di lavoro.
Il parere dell’Accademia
“Recita un proverbio siciliano: ‘Cu n’esci, arrinesci’, cioè ‘Chi esce, riesce’. Trasponendo questo motto di saggezza popolare, usato per incitare all’audacia in tante occasioni di vita, alla capacità di controllare l’emotività, si inviterebbe non tanto a lasciare sopite dentro di sé le proprie emozioni e paure, quanto piuttosto farle uscire e saperle domare con capacità di gestione e autocontrollo. Essere emotivi è normale, essere capaci di mettere a sistema le proprie emozioni e gestirle con autocontrollo significa padroneggiarle, convogliarle verso un giusto fine. Le emozioni rendono sapide le scelte intelligenti, possono essere anche le nostre alleate per scelte difficili da intraprendere, umanizzano percorsi di vita o professionali spesso marcatamente improntati alla razionalità di approccio. Se riesci ad esprimerle nel migliore dei modi, renderle non scomposte e scoordinate, ma ‘sensibili’, nel senso letterale della radice etimologica latina ‘sensìbilis’, derivato di ‘sentire’, ‘percepire’, vale a dire se sarai capace che queste emozioni possano essere percepite da te e dagli altri non come una debolezza ma un punto di forza del tuo operare, allora esplicherai al meglio il tuo controllo emotivo, riuscendole a metterle a frutto in qualcosa di buono. Le emozioni non ti rendono vulnerabile, ricorda, ti rendono anzi forte, capace di recepire uno stimolo, che è un vantaggio! Se riuscirai a controllare la tua emotività e ad interpretarla nel giusto modo, non sarai solo un bravo studente, ricercatore o professionista, sarai una persona migliore.” – Prof.ssa Tiziana Campisi, Università degli Studi di Palermo
Le Dimensioni della Professionalità: qui l’introduzione e qui l’elenco completo.