Il concreto è l’astratto reso familiare dall’uso. (Paul Langevin)
Con attitudine all’astrazione di un problema intendo qui la tendenza ad immaginare agevolmente il modello risolutivo che ne lega le informazioni, le leve di azione, i vincoli e l’obiettivo. Questa capacità è collegata alle abilità analitiche ed all’attitudine quantitativa perché chi eccelle nelle discipline scientifiche è allenato nella soluzione di problemi a partire da schemi di dati.
Astrarre un problema ce ne consente una più facile soluzione perché riduce la variegata complessità del mondo reale a poche ed essenziali funzioni, velocizzando l’individuazione di una strategia risolutiva ed, al contempo, facendoci identificare chiaramente i limiti ed i rischi derivanti dalla numerosità dei fattori fuori controllo che abbiamo rinunciato a modellizzare.
Chi ha grandi capacità di astrazione tende naturalmente a visualizzare nella propria mente lo schema intrinseco del problema, immaginando facilmente le strutture dei dati necessari per risolverlo. Insieme alla creatività ed alla capacità di generalizzare, costituisce una attitudine fondamentale del problem-solver.
Qualche consiglio
Se ci rifletti, tutto ciò che facciamo è finalizzato ad un obiettivo, ha dei definiti margini di manovra e la nostra libertà di azione è confinata da un insieme di vincoli. Dalle cose più importanti fino alle più semplici azioni quotidiane, dal disegnare un piano di progetto all’organizzare una cena con amici. Se non sei allenato nell’astrazione dei problemi, inizialmente potrebbe esserti difficile riconoscerlo ma, con l’esercizio, arriverai ad un automatismo mentale.
Per esercitarti, cerca la triade “obiettivo – leve – vincoli” in tutti i problemi decisionali che affronti quotidianamente, anche se non hanno a che fare con aspetti lavorativi: se devi organizzare il viaggio estivo, identifica gli elementi di beneficio elencando le attività a cui vorrai dedicare maggior tempo durante la vacanza; studia le diverse alternative a disposizione e valuta quanto ciascuna di essa contribuisca a soddisfare i benefici identificati; definisci i vincoli in termini di budget e di giorni a disposizione, considerando anche i tempi persi negli spostamenti. Una volta che ti sarai convinto della struttura del problema decisionale e sarai orientato verso una scelta, analizza il problema da capo considerando che dovrai contemplare anche gli obiettivi delle persone con cui condividerai l’esperienza. In questo modo ti sarà anche chiaro l’impatto del compromesso.
Immagina quindi che tu debba risolvere quantitativamente questo problema e non giungere solo ad una opinione, bensì ad una dimostrazione condivisibile, supportata da evidenze quantitative, circa l’ottimalità della tua scelta: a cosa si riduce, essenzialmente, il tuo problema decisionale? In che modo esprimerai la tua scelta? Di che dati avrai bisogno? Come dovrebbero essere forniti? Come dovresti tenerne in conto? Allenati a porti domande come queste su ogni problema decisionale che affronti nella vita quotidiana e vedrai che ti verrà naturale applicare questo schema anche ad ogni questione lavorative.
L’intervista doppia
In questa intervista doppia Claudia Battista e Carlo Figà Talamanca ci parlano dell’attitudine ad astrarre i problemi e perché questa ci faciliti la vita professionale nel consentirci di superare più agevolmente le difficoltà lavorative.
Il parere dell’Accademia
“Un famoso aforisma di Albert Einstein recita: ‘Everything should be made as simple as possible, but not simpler’. In italiano, potremmo tradurlo con ‘Tutto dovrebbe essere reso il più semplice possibile, ma non più semplice’. Questa capacità, di rendere semplici le cose complesse senza però trascurarne dettagli significativi, è proprio l’astrazione – una componente essenziale del problem solving di qualsiasi individuo. Semplifica il più possibile, ma non esagerare: trovare il giusto livello di semplificazione è un talento da coltivare!” – Prof. Luigi Laura, Università Telematica Uninettuno
Le Dimensioni della Professionalità: qui l’introduzione e qui l’elenco completo.