Ad oggi, nella mia carriera ho ascoltato e valutato alcune migliaia di studenti universitari. Molti di loro li ho anche accompagnati alla laurea ed oltre, fino alle prime esperienze lavorative. Con non pochi di essi sono ancora in contatto, essendo lusingato di ricevere saltuariamente una loro telefonata o un messaggio per chiedermi un consiglio sulle mosse nella propria carriera. Alcune volte, un parere mi viene domandato da ex-tesisti che ormai volgono verso il mezzo del cammin di nostra vita, e non nascondo che questa considerazione è fonte di immensa gratificazione.
Le strette relazioni di collaborazione che ho sempre mantenuto con moltissime aziende ed i periodici e continui confronti con le loro divisioni HR mi hanno sempre aiutato ad instradare i miei studenti al meglio e, in tutti questi anni, posso dire di aver raggiunto un buon grado di competenza sulle opportunità professionali per gli ingegneri a qualsiasi punto della loro carriera. Questa acquisita sensibilità mi consente, ormai piuttosto rapidamente, di individuare nei giovani i punti di forza e di debolezza per una crescita professionale e, quando vedo opportunità di miglioramento in uno studente, non esito a stimolarlo, a volte anche con decisione.
Sono convinto che ognuno dovrebbe cercare di migliorarsi: tutti sappiamo quanto sia difficile farlo, ma almeno conoscere la direzione verso cui tendere aiuta. Per questo motivo ho pensato di riassumere in questo blog le caratteristiche “vincenti” che ho ritrovato condivise dai più brillanti studenti con cui ho avuto il piacere di lavorare. Ho anche cercato di fornire qualche suggerimento per potenziare le proprie facoltà: per quanto le attitudini possano spesso ricondursi ad inclinazioni innate o sviluppate durante la prima giovinezza, è anche vero che qualsiasi capacità può essere raffinata attraverso l’allenamento e l’approfondimento.
Questo elenco non ha alcuna pretesa di enciclopedicità e, diversamente dall’approccio con cui affronto la scrittura degli articoli scientifici, non si basa su una approfondita ricerca bibliografica né si ispira a studi di autorevoli ricercatori: sono solo semplici considerazioni come risultato della mia personale esperienza, condite con qualche lettura ispiratrice e condivise con stimatissimi amici che hanno già raggiunto i vertici della propria carriera in grandi organizzazioni. Agli amici con cui ne ho discusso ho chiesto un contributo critico che ho registrato in un video nello stile della “intervista doppia”, per accrescere gli spunti di riflessione senza appesantire con lunghe parti di testo. Infine, ho anche invitato autorevoli colleghi da molti diversi atenei italiani ad inviarmi un loro sintetico commento, per integrare con il punto di vista dell’accademia.
Ho cercato di scrivere nella maniera più sincera e diretta perché questo materiale possa essere praticamente utile agli studenti che stanno imbarcandosi nelle prime esperienze lavorative per formare la propria professionalità. Non è il decalogo del manager; sono consigli per aiutare i ragazzi in una autovalutazione critica ed ispirarli ad attivarsi per perfezionare il proprio comportamento in ambito lavorativo, alla ricerca di quella professionalità che, ahimè, sembra essere oggi sempre più rara.
Per creare l’imprescindibile struttura ordinata, ho declinato 28 dimensioni della professionalità suddivise in 4 aree attitudinali, elencate tutte al seguente link.
Le dimensioni della professionalità.